Per prima cosa portare ad ebollizione il latte. Quindi spegnere la fiamma e versarvi la semola a pioggia mescolando bene finché non si addensi e raggiunga la consistenza di una purea, stando attenti ad evitare la formazione di grumi. In una ciotola mettere i bucatini scolati 2-3 minuti prima del tempo di cottura indicato sulla confezione, quindi unirvi la crema di semolino e mescolare bene.
Aggiungere il salame, il caciocavallo e un pizzico di sale. Sbattere a parte le uova e unirle al composto insieme a un po' di pepe e a una spolverata di parmigiano grattugiato. Mescolare fino ad amalgamare il tutto, quindi versare in un tegame e cuocere in due stage secondo scheda tecnica (in particolare il II stage servirà a gratinare la superficie del timballo che risulterà così più croccante).
Il migliaccio napoletano salato con i bucatini è un grande classico della cucina partenopea, forse meno conosciuto fuori regione rispetto ad altre ricette di questa ricca tradizione gastronomica, ma ugualmente gustoso. Si tratta di una ricetta che si prepara tradizionalmente a Pasqua e a Carnevale, ed è una variante rustica di uno dei dolci più amati a Napoli: il migliaccio dolce di carnevele, una deliziosa e soffice torta a base di ricotta e semolino!
La versione salata del migliaccio prevede l'utilizzo di salumi e formaggi ed eventualmente pasta, come spaghetti o bucatini. Non esiste un'unica ricetta tradizionale ma diverse versioni, ciascuna con le proprie caratteristiche e i propri ingredienti, spesso tramandate di generazione in generazione. Nella penisola sorrentina, ad esempio, tra gli ingredienti troviamo salsicce fresche e uva passa, mentre nei Campi Flegrei, e in particolare a Bacoli, vengono aggiunti uva passa e pinoli e viene servito con la minestra maritata, a base di carne e verdure.
Il migliaccio napoletano salato è anche conosciuto come "pizza di farinella" (in napoletano "a’ Pizza ‘e Farenella"). È un piatto molto antico di origine contadina, nato per riutilizzare gli avanzi prima del periodo della Quaresima. Durante la guerra nelle campagne veniva preparato con farina di miglio (da cui il termine "migliaccio"), poi sostituita dalla semola di grano duro, cicoli di maiale (o ciccioli) e i resti della dispensa, come formaggio a pezzetti, pecorino o parmigiano.
Era un piatto tipicamente invernale, povero ma saporito, che veniva consumato in occasione del martedì grasso. Questa tradizione è rimasta viva negli anni e ancora oggi il migliaccio napoletano salato è un piatto tipico del Carnevale, insieme alla lasagna, le chiacchiere e il sanguinaccio, molto amato e consumato a Napoli e in tutta la Campania.
Con gli stessi ingredienti del migliaccio salato si preparano anche i famosi "scagliuzzielli", tocchetti di polenta fritta dalla forma triangolare che, insieme ai crocchè di patate napoletani, alle zeppoline di pasta cresciuta, alle palle di riso e alle frittatine di pasta, rappresentano uno "street food" tutto partenopeo, servito dalle friggitorie in tutti i periodi dell'anno e consumato per strada nel caratteristico "cuoppo di carta".
Per una variante più dietetica della ricetta del migliaccio salato, potete eliminare la pasta e sostituire il salame napoletano con cubetti di prosciutto cotto.
Se il semolino si dovesse addensare troppo, prima di unirlo alla pasta si può ammorbidire con l’aiuto di un mixer ad immersione.