Il primo piatto che viene in mente pensando al menu di Capodanno è senza dubbio il cotechino con le lenticchie. La tradizione tutta italiana di mangiare questa pietanza come cibo beneaugurante la notte di San Silvestro è dovuta per lo più a questioni pratiche: anticamente i maiali si macellavano a dicembre in modo da avere la scorta di carne per tutto l’inverno e il cotechino, realizzato con le parti più facilmente deperibili, era il primo insaccato pronto disponibile sulle tavole dei contadini proprio alla fine del mese, in corrispondenza delle feste natalizie. Nato originariamente come piatto povero, il cotechino con lenticchie negli anni è divenuto poi un cibo raffinato, una vera delikatessen declinata in tante varianti, dalle più rustiche alle più elaborate, come ad esempio il cotechino con lenticchie in crosta.
Grand Chef Evolution può darci un grande aiuto nella realizzazione di questa ricetta: basta impostare tempo e temperatura dal display e alla cottura delle lenticchie ci pensa lui. La possibilità di impilare tegami e teglie della linea Professional, inoltre, ci consente di preparare più pietanze alla volta, così mentre le lenticchie cuociono possiamo scaldare sulla teglia piena le fette di cotechino, risparmiando tempo e stoviglie da lavare.
Seguiamo quindi tutti i passaggi per preparare il cotechino con lenticchie con l’aiuto di Grand Chef Evolution.
Per preparare la ricetta del cotechino con le lenticchie per prima cosa bisogna mettere in ammollo i legumi in acqua fredda per circa due ore. Trascorso questo lasso di tempo scolarli e sciacquarli.
Nel frattempo cuocere il cotechino seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. Generalmente il cotechino precotto confezionato si trova in una busta sottovuoto e occorre farlo cuocere per circa 20-25 minuti in acqua bollente.
Una volta che le lenticchie saranno ammollate procedere alla cottura in Grand Chef Evolution: porre quindi sulla griglia bassa il tegame professional da 22 e aggiungere uno spicchio d’aglio tagliato a metà, l’olio evo e preriscaldare a 260°C, fan alta, per 6 minuti.
Aggiungere al tegame le lenticchie, una manciata di bacche di ginepro e un rametto di rosmarino. Mescolare e far rosolare il tutto per 5 minuti a 260°C con fan alta.
Aggiungere acqua tiepida fino a coprire le lenticchie, salare a piacere, quindi posizionare la teglia piena sul tegame a mo’ di coperchio e cuocere per altri 20 minuti a 260°C, fan alta.
Mentre le lenticchie cuociono, estrarre dalla busta il cotechino cotto, eliminare il brodo di cottura, spellarlo e tagliarlo a fette da circa 1,5 cm. A 2 minuti dal termine di cottura delle lenticchie, adagiare le fette di cotechino sulla teglia piena per scaldarle.
A cottura conclusa, trasferire le lenticchie sopra un ampio vassoio e sistemarvi sopra le fette di cotechino.
Nella ricetta abbiamo impiegato le bacche di ginepro per il loro aroma caratteristico e le rinomate proprietà digestive, ma se il sapore non è gradito si possono sostituire con spezie ed erbe aromatiche a scelta. Allo stesso modo è possibile sostituire l’aglio con la cipolla. Per rendere il contorno ancora più ricco e saporito si possono aggiungere alle lenticchie delle carote a rondelle.
Per la realizzazione di questa ricetta abbiamo usato un cotechino precotto, prodotto venduto all’interno di una bustina sottovuoto, che impiega circa 40 minuti per cuocere, un tempo decisamente inferiore rispetto alle 2 ore del cotechino fresco da macelleria. In entrambi i casi, per capire se il cotechino è cotto basta affidarsi al tatto: se tastandolo risulta gommoso meglio prolungare la cottura, diversamente, se è morbido e tendenzialmente friabile, possiamo tagliarlo a fette e servirlo. In alternativa, possiamo servirci di uno stuzzicadenti o di uno spiedino: se lo stecchino affonda con facilità nell’insaccato possiamo considerarlo cotto, altrimenti è necessario proseguire con la cottura.
Il cotechino con lenticchie si conserva sino a 2 giorni all’interno di un contenitore ermetico posto in frigorifero; è sconsigliato congelarlo perché perderebbe facilmente consistenza e sapore.
La principale differenza tra cotechino e zampone risiede nell’involucro esterno che racchiude il ripieno: nel primo caso si tratta di un budello che può essere di origine naturale o artificiale, nel secondo, invece, come suggerisce il nome stesso, è la zampa anteriore del maiale. In fase di preparazione l’arto viene svuotato completamente, lasciando integre unghie, dita e cotenna. Proprio quest’ultima conferisce maggior gusto all’insaccato dal momento che, in fase di cottura, rilascia del grasso che insaporisce il piatto rendendolo anche più calorico rispetto al semplice cotechino. Non vi sono differenze soltanto per quanto riguarda aspetto e gusto, ma anche per la consistenza: il cotechino è tenero e delicato, mentre lo zampone presenta delle carni compatte e un piacevole contrasto fra l’impasto morbido e friabile e la cotenna più coriacea. Entrambi i prodotti si possono trovare in commercio freschi o precotti.